In un’atmosfera di terrore e disperazione, la tragedia migratoria si fa strada fino alla Grecia settentrionale, lasciando dietro di sé una scia di morte e distruzione. In un incendio feroce e implacabile, almeno 18 corpi di migranti sono stati scoperti carbonizzati, un orribile destino che ha colpito coloro che cercavano disperatamente una via di fuga da una vita di guerre e privazioni.
Incendi in Grecia: la devastazione totale
Le fiamme, alimentate da un calore insopportabile, hanno costretto l’evacuazione di diverse località della zona, spingendo le autorità a temere che il numero delle vittime possa aumentare nei prossimi giorni. La polizia greca ha messo in campo una squadra speciale per il riconoscimento delle vittime e ha avviato le indagini per scoprire le cause di questa tragedia inimmaginabile.
Il governo greco ha confermato l’atroce notizia: almeno 18 migranti hanno perso la vita, bruciati vivi in un fitto bosco vicino al confine con la Turchia, uno dei principali punti di accesso all’Unione Europea per coloro che cercano rifugio. Il fiume Evros, che separa i due paesi, è diventato un percorso pericoloso per coloro che cercano una vita migliore, costretti a fuggire dalle atrocità della loro terra d’origine.
La Grecia, già colpita da una serie di incendi devastanti, è stata nuovamente presa di mira dalla furia delle fiamme. Un incendio particolarmente violento ha avuto inizio sabato vicino ad Alessandropoli, una città portuale greca. Le fiamme hanno divorato oltre 43.000 ettari di terreno, di cui 38.000 in una regione confinante con la Turchia.
Dadia, un tranquillo borgo a nord della città portuale, è stato teatro di un’evacuazione di massa, poiché le fiamme si avvicinavano pericolosamente. Anche l’ospedale principale della città è stato evacuato, trasferendo pazienti e personale in altri centri sanitari. Esplosioni spaventose hanno scosso l’area dell’ospedale, probabilmente causate dalla detonazione di serbatoi di ossigeno e altre apparecchiature mediche.
L’aria è avvolta da nubi di fumo che si estendono per centinaia di chilometri a sud del paese, un segno tangibile del disastro che ha colpito la Grecia settentrionale. Le alte temperature, la siccità implacabile e i venti ostili continueranno a mettere a rischio il paese fino a venerdì, secondo i servizi meteorologici.
La Grecia piange le vittime di questa tragedia senza precedenti, mentre il mondo intero guarda con orrore e compassione. È un momento di dolore e solidarietà, mentre ci chiediamo come possiamo impedire che simili tragedie accadano ancora. I migranti hanno bisogno di aiuto, di accoglienza e di speranza, non di essere bruciati vivi in un inferno di fuoco. La loro vita ha tanto valore quanto la nostra, e dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che nessun altro debba affrontare una fine così crudele.